Levodopa per via inalatoria per persone con malattia di Parkinson (replica)

Il Comitato Italiano Associazioni Parkinson non promuove l’uso di questo farmaco né di altri ma vogliamo che tutti siano messi in grado di compiere valutazioni e scelte consapevoli e che venga garantito il diritto alle cure in modo equo in tutte le regioni della nostra nazione.

Il farmaco “Inbrija” prodotto nei Paesi Bassi e disponibile in Italia in fascia C (a totale carico del paziente), viene definito come un “nuovo” prodotto, nella realtà è basato sulla levodopa. La novità è nella modalità di assunzione che avviene per inalazione. Usando terminologia parky … “entra” in circa 10 minuti ed i benefici si protraggono per 60 minuti.

È un farmaco pensato per gestire emergenze, tipo Off improvvisi, non come terapia consolidata. Quindi l’uso sarà complementare alla terapia “gold standard” normalmente assunta per via orale , e basata COMUNEMENTE sul classico binomio levodopa + carrier, che nel caso del Sinemet® è la carbidopa e nel caso del Madopar® è la benserezide. Viene somministrato attraverso i polmoni, teoricamente, l’assorbimento dovrebbe avvenire senza ritardi e riducendo al minimo la variabilità delle concentrazioni plasmatiche dovute all’assorbimento orale. Perché abbiamo aggiunto il termine “teoricamente” ? Perchè, anche se al momento abbiamo un numero troppo esiguo di feedback, chi l’ha provata nelgli USA ha riportato quanto segue:

  1. “Ho provato a usarlo. È un po’ scomodo da inalare ma funziona. Trasforma il muco nasale in un colore scuro che è piuttosto strano. I miei primi due ordini sono stati sovvenzionati e quasi gratuiti.”
  2. “Io l’ho provato per un giorno, mi ha causato un fibrillazione atriale.”
  3. “Funziona per un rapido sollievo se ti ritrovi non compensato. Ho dovuto sospenderlo perchè mi da una sensazione di bruciore ai polmoni. Vale la pena provare, non è divertente inalare polvere di levodopa”
  4. “Sono d’accordo con <3>. L’ho provato diverse volte e l’ho trovato non molto meglio di una pillola, è molto costoso. Ma come tutto il resto con PD potrebbe funzionare meglio per altri”.
  5. “Funziona molto più velocemente ed è progettato come un presidio per gestire emergenze piuttosto che terapia consolidata

Studi pubblicati>>

Importanza del sonno nella malattia di Parkinson

Il 70% delle persone con Parkinson  presenta disturbi del sonno.

Le possibilI cause possono essere molteplici:

  • La terapia farmacologica
  • Dolore alle articolazioni, rigidità e crampi
  • Sindrome delle gambe senza riposo (Restless Legs Syndrome)
  • Errato setting della camera da letto (temperatura, umidità, etc.)
  • Difficoltà nella respirazione / apnee
  • Materasso o cuscino non adatti
  • Discussioni o altre fonti di stress nella parte finale della giornata
  • Cena “pesante”
  • Fonti di luce lasciate accese nel corso della notte
  • Telefonino lasciato acceso / in ricarica nella stanza da letto

Quanto detto vale per tutti quindi sIa per pazienti che per i Caregiver, in tal senso potremmo affermare che la cattiva qualità del sonno è “contagiosa” rispetto al partner.

Perchè è FONDAMENTALE avere una buona qualità del sonno ?

Nella malattia di Parkinson è fondamentale lavorare sull’APPRENDIMENTO MOTORIO, che è un processo che permette attraverso l’esperienza guidata, specifica e ripetuta di riapprendere e migliorare i movimenti. DURANTE IL SONNO, ed in particolare nella fase di sonno profondo denominato REM, avviene il consolidamento di quanto appreso nel corso la giornata.

SONO TANTI GLI STUDI, I CUI RISULTATI SONO EVIDENTI E MOSTRANO COME IL SONNO È UN PERIODO CRUCIALE PER QUELLO CHE NOI APPRENDIAMO, MOLTO PIÙ CRUCIALE DI 7-8 ORE DI VEGLIA, dove vi sono nuovi stimoli, adattamenti ecc.

Per questo motivo è importante cercare di migliorare la qualità del sonno di tutti i pazienti con Malattia di Parkinson e abbiamo bisogno anche della tua esperienza per avere dei dati di riferimento.

Ti andrebbe di collaborare ? Stiamo cercando persone con Parkinson e/o loro caregivers, di tutte le nazionalità, che si offrano volontari per condividere le loro storie di sonno. Va bene qualsiasi tipo di contributo, dal fornire un’idea per dormire meglio oppure tenere un diario o aiutare a scrivere un articolo. Condividere le tue “esperienze di sonno” sarebbe davvero di aiuto.

Se vuoi prendere parte a questa campagna scrivi a tara@epda.eu.com


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I farmaci generici per il Parkinson. Bioequivalenti o equivalenti a livello clinico ?

L’introduzione dei farmaci generici doveva essere una soluzione per ridurre il costo della sanità ed evitare gli sprechi dovuti all’acquisto di farmaci con principi attivi oramai non più protetti da brevetto. Fu introdotto il concetto di “bioequivalenza”. La bioequivalenza viene dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità e deve rientrare in un range di ‘tolleranza’ che va dall’80% al 120%.

I farmaci generici o equivalenti sono pertanto una copia di un medicinale autorizzato per il quale si sia concluso il periodo di protezione brevettuale previsto dalla normativa, ovvero il periodo di tempo in cui il Titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) del medicinale di riferimento può far valere il diritto di proprietà intellettuale sui dati di sicurezza e di efficacia del medicinale, al fine di rientrare nei costi sostenuti per gli studi di Ricerca e Sviluppo, necessari per la messa a punto del medicinale innovativo.

A tal fine l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) aggiorna costantemente la Lista di Trasparenza che ad oggi è aggiornata a gennaio 2022 ed è scaricabile dal seguente link: https://www.aifa.gov.it/…

Giustamente quindi il farmaco originale ‘si paga’ mentre il generico no, a meno che non ci siano più tipi di generici: in quest’ultimo caso il SSN rimborsa solo quello di prezzo inferiore ed è necessario pagare la differenza.

Altroconsumo ha predisposto un servizio online utilissimo per cercare il farmaco al costo più basso ricercandolo per principio attivo : http://www.altroconsumo.it/salute/farmaci/calcola-risparmia/banca-dati-farmaci

Fino a qui sembrerebbe tutto perfetto. Peccato che questa attuazione della spending review si sia trasformata nell’ennesima vessazione a danno delle categorie più deboli ossia i malati.

Farmaci non sostituibili perché di fatto non equivalenti

Il Requip@ ad esempio è un farmaco difficile da trovare per motivi che abbiamo discusso ampiamente, oltre a ciò, essendo un principio scaduto, esiste un generico – il Ropinerolo EG ad esempio – che però molti pazienti hanno provato riscontrando gravi intolleranze dovute, sembra, a differenze negli eccipienti. Parliamo di pazienti che prendono il farmaco anche da 15 anni, spesso anziani il cui organismo è assuefatto al farmaco e per i quali anche psicologicamente non è facile da sostituire visto che è l’unica cosa che li fa stare meglio. Ovviamente il SSN non sente ragioni, il Requip 2mg 28cpr costa 11,70€, il generico più economico costa 9,50€, il Cittadino paga € 2,20 di differenza oltre al ticket di € 4,00 (se non ha esenzione, Lazio o Lombardia ad esempio), totale a margine € 6,20 a confezione. Che volete che sia? Spiccioli per chi prende 15.000€ di stipendio mensile, una follia se confrontato ai 369,26 € di pensione sociale percepita da tanti parkinsoniani anziani che ci chiamano ogni giorno per chiedere aiuto.

Per conoscere i ticket nelle varie regioni: https://www.federfarma.it/Ticket-Regionali.aspx

Farmaci non sostituibili perché di fatto non disponibili

In questa categoria è rientrato ad esempio il Mirapexin®, quando nel 2016, esisteva sulla carta un generico, il Pramipexolo Pensa, peccato che non sia mai stato reperibile! Ovviamente nessuno si era preoccupato di verificare questa cosa ed i pazienti dall’oggi al domani si ritrovarono a pagare una differenza fino a € 12,70 (3,15mg 30cpr) significa € 200,00 all’anno!

Ezechiele
Un meme della nostra campagna 2016 per la disponibilità dei farmaci per il Parkinson.

A tutto questo si aggiungano le ultime “invenzioni” burocratiche, tipo quelle per lo Xadago® per il quale è previsto in alcune regioni il Piano Terapeutico. Quindi secondo perverse procedure noi dovremmo :

  1. andare a fare la visita dal neurologo il quale ce lo prescrive e ci rilascia il Piano Terapeutico. N.B. : molti di noi il neurologo non ce l’hanno dietro l’angolo, specialmente al Sud spesso si è costretti ad attraversare l’Italia
  2. Con il Piano terapeutico andiamo dal nostro medico di famiglia che ci fa la ricetta telematica.
  3. Poi andiamo alla ASL alla quale è demandata la più totale libertà creativa: se vi va bene vi autorizzano il piano terapeutico e se ne fanno una fotocopia.
  4. A questo punto il paziente può andare in farmacia dove con estrema probabilità non è disponibile e va ordinato, dovrà quindi tornare il pomeriggio o il giorno dopo.

Tutto questo nella situazione più semplice che viviate nella regione dove siete residenti e che abbiate il neurologo sempre nella stessa regione. Altrimenti scoprirete sulla vostra pelle che, ad esempio, in Sicilia le ASL accettano piani terapeutici redatti esclusivamente da medici operanti in strutture siciliane. Oppure potreste scoprire che nel Lazio alcune ASL accettano piani terapeutici rilasciati esclusivamente da medici operanti in strutture pubbliche al 100% – non convenzionate !

Ora immaginate tutto questo percorso di guerra fatto da un paziente che ha un Parkinson avanzato e magari ha difficoltà motorie, deve essere accompagnato da un caregiver che probabilmente lavora, quindi dovrà chiedere un permesso, rispettare degli orari. Considerate che ogni tappa di questo videogame ha degli imprevisti: il funzionario ASL in permesso, un timbro dimenticato, una data sbagliata, una firma illeggibile, un’impiegata appena trasferita che nessuno si è preoccupato di formare, uno sciopero, il paziente che si “spazienta”.

 

Freezing : conosciamolo meglio ed impariamo a gestirlo.

Cosa è il freezing

Il freezing è un sintomo motorio collegato al Parkinson ma anche ad altre patologie e non solo neurodegenerative.  Il freezing si manifesta con una spiacevole sensazione che noi definiamo  come “piede incollato“. Non riusciamo ad avviare il cammino o ci blocchiamo improvvisamente. Nel tentativo di procedere portiamo il busto in avanti compromettendo l’equilibrio o facendo passi molto brevi, “da pinguino”. Comunemente il fenomeno ci viene spiegato come un problema di invio dei comandi da parte del cervello agli arti inferiori. Nella realtà gli studi più recenti ed osservazioni più oculate ci portano a definire il freezing come una sorta di “blocco di emergenza” che interviene quando il sistema propiocettivo (la facoltà del cervello di percepire e conoscere la posizione e il moto nello spazio delle varie parti del nostro corpo) riceve informazioni incongruenti.

Cause del freezing

Il Parkinson comporta problematiche al sistema propiocettivo quindi il nostro cervello ha problemi nel determinare lo spazio in cui ci muoviamo e la posizione dei nostri arti. Questo problema possiamo affrontarlo solo ed esclusivamente con esercizi riabilitativi specifici che vanno ad intervenire in particolare sul miglioramento dell’equilibrio. Oltre a ciò il Parkinson comporta alterazioni posturali che peggiorano progressivamente specialmente laddove non interveniamo da subito con attività fisioterapiche ed esercizio fisico costante e consapevole.

Il freezing è causato dalla sommatoria di queste due problematiche strettamente correlate fra di loro : compromissione del sistema propiocettivo e postura non corretta. In pratica cosa accade : in fase di avvio della camminata, incosciamente portiamo il peso in modo non corretto sulla pianta del piede (di solito sulla parte anteriore ma senza impegnare le dita),  questo fa spostare il peso ed il busto in avanti, il ginocchio viene sollecitato eccessivamente e tende a flettersi lateralmente, la schiena tende a curvarsi in avanti, conseguentemente anche il capo si inclina verso il basso limitando la visuale.

Questa serie di situazioni anomale e di potenziale pericolo sia per il mantenimento dell’equilibrio che per l’integrità del sistema muscolo-scheletrico, innescano il “blocco di emergenza” che viene chiamato freezing.

 

gait
Gait analysis

“Nella mia personale esperienza ho potuto rendermi conto di quanto appoggiassi male il piede e quanto la mia postura fosse errata solamente quando in occasione di un ricovero riabilitativo presso la Clinica Villa Bianca di Limbiate (MI) fu fatta un’analisi computerizzata (GAIT)  sia dell’appoggio plantare, sia della mia postura statica e dinamica ricostruendo addirittura il modello 3D. A me fu veramente utile per capire le cause delle mie sensazioni di instabilità e per i fisioterapisti al fine di focalizzare il percorso riabilitativo ottimale. In un mese in pratica dovetti imparare nuovamente a camminare accorgendomi tra l’altro che avevo quasi dimenticato l’uso delle dita dei piedi. ” (G. Maldacea)

Concause del freezing

Abbiamo osservato che il fenomeno del freezing  è ampiamente prevedibile e si verifica spesso in coincidenza con :

  1. situazioni ambientali : passaggi stretti o semplicemente l’attraversamento di una porta, cambi di direzione,  attraversamento di soglie, persone che intralciano il nostro percorso;
  2. situazioni emotive : distrazione e stress agevolano i fenomeni di freezing.  A volte abbiamo notato anche atteggiamenti chiamati “profezie autoavveranti”. In pratica ci concentriamo sulla paura che accada il freezing, ci distraiamo da quello su cui dovremmo concentrarci, ossia il cammino, e diamo modo al freezing di prendere il sopravvento;
  3. dolori o altre patologie legate al sistema motorio : ginocchia malandate o ernie vertebrali ovviamente non fanno altro che peggiorare la situazione. I due problemi  si influenzano a vicenda,  la spina dorsale ospita una parte del sistema nervoso centrale quindi infiammazioni croniche causate da ernie o altre patologie della spina dorsale vanno ad influenzare anche i sintomi propri del Parkinson. Per questo si consiglia sempre di risolvere i problemi della schiena per quanto possibile senza pensare che siano di minore importanza rispetto al Parkinson;
  4. scompensi dopaminergici : molti pazienti riferiscono una maggiore frequenza dei freezing nei momenti di fine dose.

Perchè il freezing può causare cadute

Al verificarsi del fenomeno di freezing il paziente avverte la spiacevole sensazione di essere immobilizzato. Non comprendendo cosa stia accadendo il paziente istintivamente tende a “forzare” il passo, che diventa estremamente corto, intermittente ed instabile. Specialmente nei cambi di direzione il paziente non riesce a distribuire il peso correttamente sui due piedi innescando perdite di equilibrio e quindi cadute.

Come si evita il freezing

posturaMiglioramento della postura : abbiamo spesso sottolineato l’importanza della fisioterapia effettuata presso centri specializzati e da operatori specializzati nella nostra patologia. Non fare riabilitazione ed esercizio fisico costante consapevole comporta un peggioramento progressivo della postura e quindi tutta una serie di “danni collaterali” che non fanno altro che rendere il quadro generale ancora più grave, difficile da affrontare e fonte di demotivazione. Il problema è che più si rimanda, più la postura peggiora, più tutto il nostro sistema muscolo-scheletrico si modifica aggravando dolori e posture scorrette.

Concentrazione : E’ importante concentrarsi nel momento di avviare il cammino, appena avvertiamo la sensazione di “piede incollato”. Fermiamoci, respiriamo e prima di ogni cosa verifichiamo la postura, il peso deve essere concentrato sui talloni, il corpo deve essere il più possibile eretto, le spalle aperte, lo sguardo alto, le natiche serrate. Possiamo provare ad immaginare di dover creare una linea retta tra la testa, il collo, lo sterno, il bacino e le gambe fino ai talloni. Concentrarsi significa anche mettersi nella condizione di camminare al meglio, quindi :

  • evitiamo di parlare o farci distrarre da chi ci sta vicino
  • non parliamo al cellulare
  • liberiamoci di pesi, borse e buste della spesa dalle mani o se proprio non possiamo bilanciamo il carico tra lato destro e sinistro. L’uso di zainetti è preferibile rispetto alle borse a tracolla

Verificata la postura concentriamoci sui singoli movimenti, spostiamo il peso alleggerendo il  piede che vogliamo che si muova per primo. Possiamo farlo anche accennando un dondolio laterale. Appena toglieremo peso dal piede il passo si avvierà. Un trucco spesso utilizzato da parte di chi ci sta al fianco è di mettere un piede di traverso al nostro costringendoci a scavalcare l’ostacolo, la necessità di enfatizzare il movimento ci potrebbe aiutare ad avviarci.

Ritmo : una volta avviato il passo può succedere di non riuscire a mantenerlo e si può ripresentare il freezing. E’ importante la forza di volontà e la concentrazione. Amplifichiamo i movimenti, alziamo le ginocchia quasi come se dovessimo marciare. Possiamo anche dare al nostro sistema un aiuto ulteriore che può essere direttamente da parte nostra o da chi ci sta vicino. Ognuno trova il proprio trucco, qualsiasi cosa va bene, l’importante è il ritmo : contiamo, facciamo battere le mani a chi ci sta vicino o chiediamo a chi ci sta vicino di camminare battendo i piedi, alcuni ascoltano musica molto ritmata o mettono le cuffiete ed una App sullo smartphone con un metronomo digitale (scaricabile da qui)

Trucchi : se ci troviamo su un pavimento piastrellato forziamoci a NON pensare a “camminare” ma pensiamo a “mettere il piede destro al centro dell’incrocio tra quattro mattonelle”. Insomma inventiamoci degli obiettivi da calpestare e concentriamoci su questi per definire l’ampiezza dei nostri passi

Ausili : un bastone con tre appoggi o un deambulatore possono aiutare ad alleggerire il peso dal piede ed in genere a darci maggiore sicurezza. Sono in fase di sviluppo e di commercializzazione anche dispositivi che proiettano guide laser davanti ai nostri piedi.

laser4freezing

Bicicletta : valutiamo il fatto che molti parky con una deambulazione anche molto difficoltosa riescono invece a muoversi in bicicletta. Ci sono vari studi su questo singolare fenomeno e di fatto, ad oggi, non c’è una risposta certa. I temi sono tre :

  • “andare in bicicletta” è un programma motorio diverso dal “camminare”;
  • il mantenimento dell’equilibrio richiede anche in questo caso “programmi” diversi;
  • la pressione sotto al piede con il terreno, percezione fondamentale per comunicare al cervello la nostra postura, in bici diviene meno importante “sbloccando” il sistema di allarme che poi porta al freezing

Consigliamo di fare delle prove in sicurezza e valutare l’acquisto di bici ad hoc o adattate alle nostre esigenze specifiche

Adattamento degli spazi : la casa ed in genere gli ambienti che frequentiamo quotidianamente devono essere adattati PRIMA che accada un qualche incidente. Purtroppo abbiamo spesso visto che in parte per disinformazioni, in parte per “nascondere” la patologia, si rinvia l’adattamento degli spazi, come ad esempio :

  • eliminiamo tutto ciò che può rendere il nostro cammino difficoltoso o pericoloso (tappeti, soglie ad altezze diverse, oggetti lasciati sul pavimento magari poco visibili)
  • nei passaggi critici, in bagno o in genere dove ne sentiamo il bisogno installiamo maniglie o corrimano
  • installiamo gli adesivi antiscivolo sulle scale
  • installiamo luci notturne nei percorsi camera da letto – bagno – cucina
  • installiamo interruttori delle luci a sensore di movimento
  • installiamo segnali visivi che possono aiutarci nelle situazioni di freezing

Per chi ci sta vicino :

  • non spingerci
  • non metterci fretta
  • agevolarci per quanto possibile il percorso
  • comunicare tranquillità
  • non ripetere frasi tipo “stai calmo” o cose del genere
  • evitare che, in luoghi pubblici, le persone si blocchino a fissarci, la sensazione di essere osservati non fa altro che innervosirci e deconcentrarci

Video :

  1. passofurboIn questo primo video si è sfruttato una particolare condizione di OFF indotto dalla sospensione dei farmaci per testare alcuni “trucchi”. L’obiettivo era andare dall’ascensore al vaso, aggirarlo e tornare al punto di partenza.
    Nel primo tentativo – “al naturale” – il soggetto ha semplicemento cercato di concentrarsi sui passi e sul mantenimento dell’equilibrio.
    Nel secondo tentativo il soggetto cammina all’indietro, così come per la bici e le scale, si attivano programmi motori diversi. Ovviamente questa NON E’ UNA SOLUZIONE perchè alquanto pericolosa.
    Nel terzo tentativo il soggetto si è concentrato nel mettere i piedi al centro delle mattonelle come nello schema qui a fianco. Questa PUO’ ESSERE UN ESCAMOTAGE per gestire temporaneamente un freezing.


In questo secondo video è possibile osservare un paziente con gravi problemi legati alla deambulazione, all’equilibrio ed a fenomeni di freezing gravi. Vedrete come la stessa persona, in due momenti temporalmente contigui, seppur quasi impossibilitato a camminare riesce in un secondo momento a condurre perfettamente una bicicletta. Questo video ha stimolato diversi studi volti a valutare l’efficacia della bicicletta come strumento terapeutico e la messa a punto di metodologie riabilitative specifiche.

Riportiamo di seguito i link ad alcuni di questi studi :


Il presente articolo è stato scritto da volontari di WeAreParky (Giulio Maldacea, Pino Porpiglia e Lucia Roma) con la gentile collaborazione e supervisione del Dott. L. Santilio – Specialista in Fisiatria, Master II livello : Disturbi del movimento e patologie neurodegenerative.

Il nuovo farmaco per Parkinson Ongentys® (opicapone) è disponibile in farmacia

Ongentys (opicapone) è un nuovo farmaco sviluppato dalla casa farmaceutica portoghese BIAL-Portela & Ca. E’ stato approvato a tempo di record in europa ed ora in Italia. E’ stato definito  «un composto efficace» e relativamente sicuro e facile da assumere, perché ha bisogno di una sola dose una volta al giorno per via della sua lunga durata d’azione.

Il farmaco si inserisce nel settore degli inibitori della COMT (ad esempio : Entacapone / COMTAN ® e il Tolcapone / TASMAR), va affiancato alla terapia con levodopa in pazienti con fluttuazioni motorie ed offre buone possibilità di ridurre il tempo di “off” di quasi un’ora e aumentare il tempo “on”, senza scatenzare fastidiose discinesie.

Sono stati pubblicati diversi studi su questo farmaco ed in particolare quello protrattosi per oltre un anno su 427 pazienti (leggi lo studio originale in inglese) che ha concluso :

“Il trattamento con una dose di opicapone da 50 mg una volta al giorno è stato associato a una significativa riduzione del tempo medio di off-time giornaliero nei pazienti trattati con levodopa con PD e fluttuazioni motorie e tale effetto si è mantenuto per almeno 1 anno. Opicapone si è dimostrato sicuro e ben tollerato.”

Ongentys® ufficialmente è in vendita a livello nazionale dal 24 settembre 2018. Il problema è che, nonostante sulla Gazzetta Ufficiale sia stato indicato come farmaco di classe A (“…farmaci essenziali e per le malattie croniche il cui costo è a carico dello Stato…”), ogni regione ha poi adattato la classificazione alle proprie esigenze burocratiche / economiche / finanziarie, alcune regioni quindi lo trattano in classe C (a totale carico del cittadino), in alcune non è affatto disponibile ed altre lo trattano regolarmente in classe A. I tempi di reperimento sono estremamente eterogenei ed a volte differiscono anche nell’ambito della stessa regione in base alla ASL di competenza. La situazione è in evoluzione grazie agli sforzi del produttore – con il quale abbiamo aperto come nostra abitudine un contatto diretto – ed alle proteste/segnalazione dei pazienti.
Nella seguente tabella aggiornata al 27/11/2018 la mappa della disponibilità basata sulle informazioni ricevute dal produttore e dalla nostra rete di monitoraggio.

 

Report nazionale reperibilità effettiva farmaco Ongentys® :

Regione Disponibilità
Lombardia Disponibile in farmacia con PT – classe A
Lazio Disponibile in farmacia con PT – classe A (aggiornamento del 27/11/2018). I tempi di reperimento dipendono dalla ASL di pertinenza. Abbiamo riscontri positivi sulle ASL Roma 3, ASL Roma 4, ASL Roma 5, ASL Latina e ASL Frosinone. Nelle rimanenti la dispensazione è più difficoltosa perché la struttura pubblica acquista di volta in volta il fabbisogno necessario al singolo paziente, di conseguenza allo stesso può capitare di attendere anche più di una settimana.
Campania Dispensato in distribuzione diretta dalle ASL NA2, ASL NA1, ASL Caserta, ASL Avellino.
Sicilia Disponibile in farmacia con PT – classe A
Veneto Disponibile in farmacia con PT – classe A
Emilia-Romagna Ongentys è dispensato dalle ASL/Ospedali di pertinenza dei pazienti. La dispensazione non è immediata perché la struttura pubblica acquista di volta in volta il fabbisogno necessario al singolo paziente, di conseguenza allo stesso può capitare di attendere anche una settimana. (aggiornamento del 13/11/2018)
Piemonte Disponibile in farmacia con PT – classe A (aggiornamento del 27/11/2018)
Puglia Dispensato dalle ASL/Ospedali di pertinenza dei pazienti. La dispensazione non è immediata perché la struttura pubblica acquista di volta in volta il fabbisogno necessario al singolo paziente, di conseguenza allo stesso può capitare di attendere anche una settimana.
Toscana Disponibile in farmacia con PT – classe A
Calabria Dispensato dalle ASL/Ospedali di pertinenza dei pazienti. La dispensazione non è immediata perché la struttura pubblica acquista di volta in volta il fabbisogno necessario al singolo paziente, di conseguenza allo stesso può capitare di attendere anche una settimana.
Sardegna Non disponibile. Il produttore Bial Italia sta attendendo la valutazione della commissione regionale farmaci per l’inserimento nel prontuario terapeutico regionale.
Liguria Dispensato dalle farmacie delle ASL di tutto il territorio regionale. Nella città di Genova sono attive le distribuzioni dirette, sia dalla ASL Centrale Fiumara che dalle farmacie di tutti i distretti ASL satelliti della città. I pazienti che sono in possesso di Piano Terapeutico con prescrizione fuori regione si devono rivolgere alla propria Asl di appartenenza.(aggiornamento del 13/11/2018)
Marche Dispensato dalle ASL/Ospedali di pertinenza dei pazienti ma anche tramite la Distribuzione per Conto nelle farmacie pubbliche e distrettuali. Per i primi sei mesi a partire dal 06/11/2018 i pazienti troveranno il farmaco nelle farmacie ospedaliere e nelle farmacie territoriali Asur marche, successivamente sarà distribuito in Dpc.
Abruzzo e Molise Dispensato dalle ASL/Ospedali di pertinenza dei pazienti. Abruzzo: Nel caso Ongentys non fosse disponibile nelle farmacie ospedaliere, previa apposizione di apposito timbro sulla ricetta rossa, i pazienti potranno recarsi nelle farmacie del territorio, le quali nell’arco di 12-24hr provvederanno all’erogazione della terapia.
Friuli-Venezia Disponibile in farmacia con PT – classe A
Trentino-Alto Disponibile in farmacia con PT – classe A (aggiornamento del 27/11/2018)
Umbria Disponibile in farmacia con PT – classe A (aggiornamento del 27/11/2018)
Basilicata Disponibile in farmacia con PT – classe A
Valle d’Aosta Disponibile in farmacia con PT – classe A (aggiornamento del 27/11/2018)

Vi preghiamo comunicarci eventuali aggiornamenti. Ci siamo inoltre messi in contatto con la Bial (la farmaceutica che lo produce) la quale si sta adoperando per rendere il farmaco disponibile in fascia A ovunque segnalando questa anomalia ai responsabili delle regioni.

Nel caso in cui la vostra farmacia abbia problemi ad ordinare il farmaco ricordate loro che possono fare un ORDINE DIRETTO AL PRODUTTORE : BIAL ITALIA S.R.L. Tel. 02 30309500 Fax: 02 30309510 Email: info.it@bial.com

WeAreParky non promuove l’uso di questo né di altri farmaci ma vogliamo che il diritto alle cure sia garantito in  modo equo in tutte le regioni della nostra nazione, cosa che al momento, a nostro avviso, non è possibile.

Helicobacter pylori : una nuova tecnica per una diagnosi veloce

Magari è una coincidenza o forse c’è stata una campagna che ha richiamato attenzione sull’argomento ma negli ultimi mesi  si è parlato spesso di Helicobacter pylori.

Cosa è l’Helicobacter pylori (H.P.) ?

h6s1e0z3z1n5i3q9c1t3o9o8l__sn-test_helicobacter_pyloriL’H.P. è un’infezione batterica comune. Nei paesi occidentali colpisce tra il 30 ed il 65% degli adulti. Nella maggior parte dei casi (85%) è asintomatica, ma nei casi in cui si manifesta causa disturbi del tratto gastrointestinale : bruciori e dolori gastrici, nausea, vomito, eruttazione frequente, reflusso gastroesofageo e perdita di peso. Le sofferenze legate ai bruciori e dolari gastrici tendono a peggiorare soprattutto qualche ora dopo i pasti, mentre l’assunzione di cibo o l’uso di antiacidi le fanno diminuire.

Perchè se ne parla in ambito Parkinson ?

Perchè è dimostrato che l’H.P. può comportare una riduzione dell’efficacia dei trattamenti orali farmacologici antiparkinson (tutti quelli basati su levodopa in primis – Sinemet, Madopar, Stalevo, Corbilta e loro generici) ed un peggioramento della sintomatologia (aumento del Wearing OFF).

E’ necessario che i sintomi dell’infezione si manifestino perché si possa addebitare la riduzione dell’efficacia della terapia antiparkinson all’infezione stessa ?

No. Potreste non avere sintomi evidenti ma in ogni caso l’infezione potrebbe comportare uno stato infiammatorio ed una reazione del sistema immunitario che già da sola causa un peggioramento dei sintomi del Parkinson.

Come faccio a sapere se ho una infezione da H.P. in corso ?

componentsPossiamo rivolgerci al medico di famiglia che probabilmente vi consiglierà una vista specialistica da un gastroenterologo, il quale a sua volta, dopo avervi visitato, se lo riterrà opportuno, vi prescriverà una analisi specifica – sangue, urine o respiro – o una biopsia che, anche se rappresenta la soluzione più invasiva, è quella in assoluto che fornisce uno scenario più completo. In alternativa potete recarvi in farmacia ed acquistare con una spesa tra i 10 ed i 30 € un kit per l’autodiagnosi che potete effettuare in casa basato su un piccolo campione delle feci. L’affidabilità riconosciuta di questi kit è tra il 73% ed il 98% (Studio in italiano : http://www.recentiprogressi.it/allegati/00052_2005_06/fulltext/271-277.pdf) e richiede solamente 10 minuti.

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Letteratura di riferimento :

Articoli correlati in questo sito:

Autore : Giulio Maldacea info@weareparky.org

 

Farmaci per il Parkinson introvabili : questa volta è sparito il SINEMET® nel dosaggio 100+25 !



Ricordo ancora le prime parole del funzionario del Ministero della Salute … il 12 luglio ci disse di stare tranquilli perchè era tutto “… sotto controllo”.
I(l Sinemet 100+25 insieme al Madopar è probabilemte il farmaco più diffuso per gestire i sintomi del Parkinson. Da due settimane riceviamo segnalazioni da tutta Italia da parky disperati che non riescono a trovare il prodotto in farmacia.
Abbiamo contattato le farmacie, Federfarm, AIFA, i distributori ed infine la casa farmaceutica MSD Italia. Ci ha risposto per prima Emilia Perinetti della MSD Italia che ha ammesso che hanno avuto problemi di carenza e che questa settimana il prodotto è tornato disponibile ed in distribuzione.

Se avete ancora problemi scrivete a medicalinformation.it@merck.it oppure telefonate allo 06 36191333.

Ma perchè succede ? Gli operatori del settore ci dicono dal basso costo imposto dal SSN che non lo rende più un prodotto conveniente da commercializzare. Da segnalre che per l’AIFA non c’è nessun problema di reperimento del SInemet (vedi link : http://www.agenziafarmaco.gov.it/…/carenze-e-indisponibilt%…).

Aiutateci a montorare i problemi di disponibilità dei farmaci.

I problemi più gravi sono stati segnalati a : Livorno, Treviso, Pescara, Grosseto, Aosta, La Spezia e Sassari. Avete avuto difficoltà in altri luoghi ?

Per avere dati più attendibili abbiamo predisposto un sondaggio online (richiede meno di un minuto), fallo subito per favore : https://goo.gl/eeQe4p

AGGIORNAMENTO DEL 25 GENNAIO 2018

Intanto siamo orgogliosi tramite la nostra campagna di aver contribuito a far tornare la situazione nella norma, il farmaco è segnalato ora praticamente disponibile in tutta Italia.

Martedì 23 gennaio inoltre si è tenuta al Comune di Livorno una audizione pubblica sul tema dei famaci indisponibili per Parkinson.
L’audizione è stata promossa dall’Associazione Parkinsoniani Livornesi la quale ha richiesto il nostro contributo alla luce della campagna “Sinemet® Wanted”. livorno
L’audizione ha dato modo agli assessori ed al Sindaco di rendersi conto della gravità e si è conclusa con la proposta di istituire un tavolo di lavoro compartecipato da associazioni, istituzioni e rappresentanti delle farmacie con l’obiettivo di valutare una soluzione immediata e concreta al problema.
La proposta è stata votata ieri 25/01 ed è stata votata all’UNANIMITA’, 26 voti favorevoli su 26 votanti.
La soluzione individuata si articola su alcuni punti emersi nel dibattito :
 
1) I farmaci non arrivano in farmacia per vengono distolti per strade commerciali più redditizie (estero);
2) La legge europea sul commercio attualmente in vigore lo consente;
3) L’accordo siglato dalle associaziodi di categori e l’AIFA è completamente inutile perchè pur prevedendo norme di correttezza di fatto non fornisce alcuno strumento concreto per far rispettare le norme stesse;
4) Le farmacie comunali e provinciali non acquistano i farmaci dai distributori ma direttamente dal produttore
 
Si ipotizza quindi di sfruttare le farmacie comunali e provinciali per operare come “polmone di compensazione” facendo loro una scorta dei medicinali per Parkinson.
Sono da valutare aspetti legali, economici e logistici ma tutti gli attori si sono dimostrati estremamente determinati.
 
Se la soluzione divenisse operativa sarà nostra cura prendende contatto con l’ANCI (Assocazione Comuni Italiani) e presentare a livello nazionale quanto agito così che anche gli altri possano organizzarsi per risolvere il problema a breve.
 
Resta inteso che parallelamente si percorrerà la strada istituzionale per trovare una soluzione più strutturale che si esprime in una modifica legislativa.
 

 

Beviamo … responsabile ! Cosa e come dovrebbe bere un parky.

Rispondiamo collettivamente alla domanda che molti ci pongono quotidianamente ed ancor più d’estate. Cosa e come dovremmo bere ?
Per prendere le medicine orali il consiglio che molti neurologi danno è acqua a temperatura ambiente o leggermente fresca – NON GHIACCIATA -.
Per le medicine solubili (ad esempio il Sirio che si scioglie spesso male rimanendo in buona parte nel bicchiere o sul cucchiaino), è preferibile utilizzare acqua frizzante o gassata. Per chi prende la vitamina C tramite Cebion o Magnesio Supremo si può prendere contemporaneamente.
Alcuni parky trovano beneficio nell’assumere le dosi di Levodopa sorseggiando del Tè verde, in particolare la qualità giapponese “Matcha” in infusione.
Il Tè verde è ricco di sostanze – la L-Theaina in primis – che agevolano la produzione di Dopamina.
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Alcuni “colleghi” d’estate preparano al mattino una bottiglia da un litro con due bustine di Tè verde – o equivalente in infusione – che usano nel corso della giornata per assumere i medicinali per via orale. A questa abbinano un altro litro di acqua normale durante i pasti.
Le bevande alcoliche sono fortemente sconsigliate perchè possono ridurre sensibilmente l’effetto benefico dei farmaci e di alcune integrazioni come la vitamina B1.
Sono altresì sconsigliate tutte le bevande ghiacciate e molto gassate perchè possono complicare la fase digestiva ed arrecare danno all’apparato digerente che per noi è molto importante mantenere in perfetta efficienza visto che è la via attraverso il quale assimiliamo i farmaci.
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Riportiamo infine il consiglio dei “tre bicchieri” : per accelerare l’entrata in azione delle medicine assunte oralmente si suggerisce di bere tre bicchieri in sequenza dopo aver ingoiato la pasticca, l’acqua le farà superare lo stomaco facendola entrare nell’intestino tenue dove avviene effettivamente l’assimilazione.
Per i parky che hanno problemi nella deglutizione (disfagia) ricordiamo che :
  • la prima cosa è la posizione durante la deglutizione : busto eretto, piedi ben poggiati a terra e possibilmente avambracci appoggiati sui braccioli
  • l’ambiente deve essere accogliente, luminoso e deve mettere a proprio agio la persona
  • chi assiste deve trovarsi di fronte ed alla stessa altezza degli occhi
  • sono sconsigliati tutti gli alimenti che hanno consistenza mista (liquida, cremosa e solida)
  • le bevande liquide possono essere  assimilate tramite una cannuccia magari di dimensioni generose

Xadago® : 20 anni di attesa. Era ora !

Era ora !

Sono tre giorni che siamo sommersi da messaggi, mail e telefonate di parky e caregiver che vogliono sapere come fare per avere lo Xadago®, “… il farmaco italiano che cura il Parkinson …”. E’ un ottimo farmaco, ma non “cura” il Parkinson, non esiste una cura per il Parkinson.

Siamo allibiti e per questo abbiamo predisposto questo articolo per fare chiarezza. Siamo allibiti dal fatto che i pazienti chiamino noi per avere informazioni e quando rispondiamo “perchè non sente il suo neurologo ?”,  le risposte (a campione) sono scoraggianti :

  1. “l’ho fatto ma non ne sa nulla”
  2. “l’ho fatto ma ha detto che è uguale all’Azilect”
  3. “l’ho fatto ma quando mi ha detto che ci voleva il piano terapeutico ho lasciato perdere, troppo complicato”
  4. “non l’ho fatto perchè tanto mi risponde come al solito che la terapia va bene così come è”

Siamo allibiti anche dai contenuti delle news uscite, citiamo ad esempio “… l’ok USA all’anti-Parkinson italiano …”. Che cosa è un “anti-Parkinson” ? Nell’italiano medio è una cura per una malattia ad oggi incurabile e visto che è falso è una vera cattiveria dare speranze inesistenti ! Ma questo al giornalista di turno cosa importa ? L’importante è fare tanti like, visto che oramai sono pagati a peso di pollici in su.

Nello stesso articolo si dice che l’origine del Parkinson “per il 20% è genetica e per l’80% è di origine sporadica” ! Cosa è una origine “sporadica” ? Quell’80% sono, conti alla mano, solo in Italia, 240.000 persone ! A me “sporadico” non me l’ha mai detto nessuno !

Un farmaco in standby per 20 anni

La safinamide è stata sintetizzata da Farmitalia Carlo Erba nel 1998. Successivamente Farmitalia venne acquisita da Pharmacia ed il Prof. Fariello, che lavorava in Farmitalia, fondò la Newron e portò avanti lo sviluppo della molecola per la terapia del Parkinson. Vi è stato un ritardo nella messa in commercio perché mancò l’accordo economico. Finalmente è intervenuta l’azienda farmaceutica italiana Zambon che ha creduto nel prodotto ed ha affiancato la Newron. È stata ottenuta l’autorizzazione alla immissione in commercio in Europa nel mese di febbraio 2015 ed è stato subito commercializzato in Germania. Il rimborso a carico del Sistema Sanitario Nazionale italiano è stato conseguito nel mese di marzo 2016. La FDA lo ha autorizzato anche negli USA a marzo 2017.
A rimetterci sono stati i pazienti che hanno dovuto attendere 20 anni perchè l’industria trovasse un accordo economicamente vantaggioso.

Che cosa è

Lo Xadago® è un inibitore delle mono-aminossidasi tipo B (MAO-B) che fa durare di più la dopamina ed i suoi livelli nel cervello. Questo vale sia per la dopamina prodotta dai neuroni che per quella venga assunta come farmaco (levodopa). Di fatto lo Xadago® non può essere utilizzato in monoterapia e come principale beneficio è in grado di ridurre le fluttuazioni On/Off.

In Italia molti pazienti lo hanno utilizzato in sostituzione allo Jumex® o all’Azilect®. Secondo alcuni studi scientifici condotti lo Xadago® è in grado sul medio-lungo periodo di rallentare l’aggravamento dei sintomi.

A chi può essere utile

Xadago® può essere utile nei seguenti casi :

1) paziente già in terapia con levodopa
2) paziente che presenta fluttuazioni motorie (On/Off)

È disponibile in compresse da 50 e 100 mg. Si inizia con 50 mg e poi, se necessario, si può aumentare la posologia a 100 mg.

Per essere prescritto a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) richiede un piano terapeutico ovvero la impostazione di una terapia che lo preveda da parte dello specialista neurologo.

Lo studio che convalida l’efficacia sul medio-lungo periodo

Sul Journal of Parkinson’s Disease (http://www.journalofparkinsonsdisease.com/) è stato pubblicato un articolo scientifico che riporta i risultati di uno studio fatto su oltre 1500 pazienti per 6 anni e che si conclude affermando : “… i pazienti che sono stati trattati con un farmaco Mao-B inibitore (Xadago@) per un periodo più lungo di tempo hanno evidenziato un migliore stato clinico ed un peggioramento rallentato”.

Qui trovate l’articolo completo

Zambon S.p.A.

Zambon è un’impresa familiare italiana che da 109 anni opera nell’industria farmaceutica e della chimica fine che si è guadagnata nel tempo una forte reputazione per prodotti e servizi di alta qualità. Zambon ha una presenza consolidata in tre aree terapeutiche: respiratorio, dolore, donna ed è fortemente impegnata nell’ingresso all’interno dell’area del Sistema Nervoso Centrale. Zambon SpA copre tutta la filiera produttiva grazie a Zach (Zambon Chemical), partner privilegiato per la produzione di API, generici e prodotti custom. Il Gruppo si sta inoltre focalizzando sul rafforzamento dell’area respiratoria con il trattamento per la cura di patologie severe come l’asma, la broncopneumopatia cronico ostruttiva (BCPO), la fibrosi cistica e sull’area terapeutica del Sistema Nervoso Centrale con Xadago ™ (safinamide) per il trattamento di Parkinson. Zambon ha sede a Milano ed è stata fondata a Vicenza nel 1906. È presente con filiali in 15 Paesi, oltre di 2.600 dipendenti e unità produttive in Italia, Svizzera, Francia, Cina e Brasile. I prodotti Zambon sono commercializzati in 73 paesi.

Newron Pharmaceuticals

Newron è una società biofarmaceutica che concentra le proprie attività sullo sviluppo di terapie innovative rivolte a pazienti che soffrono di malattie del Sistema Nervoso Centrale (SNC) e al trattamento del dolore. La società ha la sua sede centrale a Bresso, a poca distanza da Milano, in Italia. Oltre a Safinamide Newron possiede prodotti in pipeline in differenti fasi di realizzazione, indirizzati verso promettenti trattamenti di malattie rare che includono il composto denominato sarizotan per pazienti affetti dalla sindrome di Rett, i composti conosciuti con i codici sNN0031 e sNN0029 rivolti rispettivamente al trattamento di pazienti che soffrono di morbo di Parkinson non responsivi ad altre terapie e al trattamento della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e il composto ralfinamide per pazienti affetti da rare patologie dolorose. Newron sta inoltre sviluppando il composto NW-3509 che si presenta potenzialmente come il primo trattamento in associazione con altri farmaci per la terapia di prima scelta in pazienti schizofrenici con sintomi positivi.

I farmaci generici: il paziente si “spazienta”.

L’introduzione dei farmaci generici doveva essere una soluzione per ridurre il costo della sanità ed evitare gli sprechi dovuti all’acquisto di farmaci con principi attivi oramai non più protetti da brevetto. Fu introdotto il concetto di “bioequivalenza”. La bioequivalenza viene dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità e deve rientrare in un range di ‘tolleranza’ che va dall’80% al 120%.

I farmaci generici o equivalenti sono pertanto una copia di un medicinale autorizzato per il quale si sia concluso il periodo di protezione brevettuale previsto dalla normativa, ovvero il periodo di tempo in cui il Titolare dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) del medicinale di riferimento può far valere il diritto di proprietà intellettuale sui dati di sicurezza e di efficacia del medicinale, al fine di rientrare nei costi sostenuti per gli studi di Ricerca e Sviluppo, necessari per la messa a punto del medicinale innovativo.

A tal fine l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) aggiorna costantemente la Lista di Trasparenza che ad oggi è aggiornata a febbraio 2017 ed è scaricabile dal seguente link:  http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/liste-di-trasparenza-e-rimborsabilit%C3%A0 .

Giustamente quindi il farmaco originale ‘si paga’ mentre il generico no, a meno che non ci siano più tipi di generici: in quest’ultimo caso il SSN rimborsa solo quello di prezzo inferiore ed è necessario pagare la differenza.

Altroconsumo ha predisposto un servizio online utilissimo per cercare il farmaco al costo più basso ricercandolo per principio attivo : http://www.altroconsumo.it/salute/farmaci/calcola-risparmia/banca-dati-farmaci

Fino a qui sembrerebbe tutto perfetto. Peccato che questa attuazione della spending review si sia trasformata nell’ennesima vessazione a danno delle categorie più deboli ossia i malati.

Farmaci non sostituibili perché di fatto non equivalenti

Il Requip@ ad esempio è un farmaco difficile da trovare per motivi che abbiamo discusso ampiamente, oltre a ciò, essendo un principio scaduto, esiste un generico – il Ropinerolo EG ad esempio – che però molti pazienti hanno provato riscontrando gravi intolleranze dovute, sembra, a differenze negli eccipienti. Parliamo di pazienti che prendono il farmaco anche da 15 anni, spesso anziani il cui organismo è assuefatto al farmaco e per i quali anche psicologicamente non è facile da sostituire visto che è l’unica cosa che li fa stare meglio. Ovviamente il SSN non sente ragioni, il Requip 2mg 28cpr costa 11,70€, il generico più economico costa 9,50€, il Cittadino paga € 2,20 di differenza oltre al ticket di € 4,00 (se non ha esenzione, Lazio o Lombardia ad esempio), totale a margine € 6,20 a confezione. Che volete che sia? Spiccioli per chi prende 15.000€ di stipendio mensile, una follia se confrontato ai 369,26 € di pensione sociale percepita da tanti parkinsoniani anziani che ci chiamano ogni giorno per chiedere aiuto.

Per conoscere i ticket nelle varie regioni: https://www.federfarma.it/Ticket-Regionali.aspx

Farmaci non sostituibili perché di fatto non disponibili

In questa categoria rientra ad esempio il Mirapexin® per il quale esiste sulla carta un generico, il Pramipexolo Pensa, peccato che non sia mai stato reperibile! Ovviamente nessuno si è preoccupato di verificare questa cosa ed i pazienti dall’oggi al domani si sono ritrovati a pagare una differenza fino a € 12,70 (3,15mg 30cpr) significa € 200,00 all’anno!

A tutto questo si aggiungano le ultime “invenzioni” burocratiche, tipo quelle per lo Xadago® per il quale è previsto in alcune regioni il Piano Terapeutico. Quindi secondo perverse procedure noi dovremmo :

  1. andare a fare la visita dal neurologo il quale ce lo prescrive e ci rilascia il Piano Terapeutico. N.B. : molti di noi il neurologo non ce l’hanno dietro l’angolo, specialmente al Sud spesso si è costretti ad attraversare l’Italia
  2. Con il Piano terapeutico andiamo dal nostro medico di famiglia che ci fa la ricetta telematica.
  3. Poi andiamo alla ASL alla quale è demandata la più totale libertà creativa: se vi va bene vi autorizzano il piano terapeutico e se ne fanno una fotocopia.
  4. A questo punto il paziente può andare in farmacia dove con estrema probabilità non è disponibile e va ordinato, dovrà quindi tornare il pomeriggio o il giorno dopo.

Tutto questo nella situazione più semplice che viviate nella regione dove siete residenti e che abbiate il neurologo sempre nella stessa regione. Altrimenti scoprirete sulla vostra pelle che, ad esempio, in Sicilia le ASL accettano piani terapeutici redatti esclusivamente da medici operanti in strutture siciliane. Oppure potreste scoprire che nel Lazio alcune ASL accettano piani terapeutici rilasciati esclusivamente da medici operanti in strutture pubbliche al 100% – non convenzionate !

Ora immaginate tutto questo percorso di guerra fatto da un paziente che ha un Parkinson avanzato e magari ha difficoltà motorie, deve essere accompagnato da un caregiver che probabilmente lavora, quindi dovrà chiedere un permesso, rispettare degli orari. Considerate che ogni tappa di questo videogame ha degli imprevisti: il funzionario ASL in permesso, un timbro dimenticato, una data sbagliata, una firma illeggibile, un’impiegata appena trasferita che nessuno si è preoccupato di formare, uno sciopero, il paziente che si “spazienta”.